TERAPIA DI COPPIA ROMA


Centro Clinico Coppie Roma
Viale Trastevere 227
Tel:335.8206840

Responsabile

Dott. DIEGO SEDDA 

Psicoanalista Relazionale

– Psicoterapeuta della Coppia

– Docente della Scuola di Psicoterapia Psicosomatica Ospedale “Cristo Re” di Roma.

– Presidente A.I.P.RE. “Associazione Italiana Psicologia delle Relazioni”

– Svolge le sedute di Psicoterapia di Coppia e della famiglia avvalendosi del modello di Psicoterapia denominato “Psicoanalisi della  relazione”, modello d’eccellenza nella Psicoterapia di coppia

 

Contatti: 

– ROMA – Viale Trastevere 227, 6° Piano 

– Email: diego13.06@libero.it

– Per prenotare telefonare al Cell: 335.8206840

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A cosa serve la
Psicoterapia di Coppia

Dott. Diego Sedda

La psicoterapia di coppia ha come progetto di aiutare ciascun membro della coppia a vedere e capire la propria modalità relazionale e quella del proprio partner, in modo riconoscere i propri desideri e le proprie possibilità.

Aiuta a superare la credenza che l’amore sia possesso e che non si possa vivere senza il proprio partner

Aiuta a cogliere che la necessità dell’altro di occuparsi di sé stesso non è una offesa né tantomeno una ingiustizia

Permette di riconoscere che l’altro non può riempire i nostri vuoti, non può essere la nostra stampella e non può essere nemmeno la linfa che ci fa vivere

Aiuta ad accettare che l’altro possa essere sé stesso ed a rispettarlo per come è e non per come vogliamo che sia

Aiuta a trovare il coraggio di essere noi stessi, di perseguire l’autonomia senza passare attraverso l’approvazione dell’altro

Permette di fare i conti con il nostro processo di crescita ed a riconoscere che non esiste una verità assoluta

Aiuta prendersi in mano la propria vita ed a rinunciare a quei processi di delega all’altro che per quanto rassicuranti ci rendono dipendenti

Aiuta a riconoscere che nella quotidianità della vita, è necessario ritagliare degli spazi di piacere e di svago ad hoc per la coppia 

Permette di riconoscere l’importanza di mantenere nel tempo, rispetto, attenzioni ed accortezze nei confronti del partner

Permette di riconoscere che la crisi ed il tradimento, devono essere letti come segnali indicatori della necessità di una presa di coscienza quindi di un cambio di direzione per far ripartire ed evolvere la relazione e quindi l’amore.

 

 Quali sono le principali cause della CRISI DI COPPIA

Nelle prime fasi dell’amore, quando si è reciprocamente  innamorati prevalgono gli assoluti di totalità, esclusività ed eternità, è una fase magica, ciascuno si sente capito, accettato ed amato per quello che è; progressivamente,  questo vissuto di accettazione totale si ridimensiona e trasforma in affermazione di sé, cominciano ad affiorare le proprie configurazioni, i propri bisogni, ciascuno inizia venir fuori per come è.  Questo passaggio è scontato e naturale, come è altrettanto scontato e naturale pensare che ora che l’altro inizia a venir fuori con i propri bisogni, non ci ama più come all’inizio, quindi  ci sentiamo offesi ed arrabbiati. Contemporaneamente, per l’altro non è facile fare i conti con questa nostra sensazione di frustrazione e rabbia. 

Per tutte le coppie la crisi è inevitabile e, generalmente, l’affermazione di sé ne è la causa.  

Quali sono le conseguenze della CRISI DI COPPIA

Quando la crisi arriva cominciano le richieste, le pretese i silenzi,  le rivendicazioni, le contrapposizioni,  i litigi.

Ci si irrigidisce sulle proprie posizioni perché la pretesa è di far accettare all’altro il proprio assunto e le proprie  convinzioni . Gradualmente il proprio punto di vista si assolutizza sempre di più Da questo confronto scontro sempre più duro e crudele  si scivola verso il più insidioso dei vissuti: l’insofferenza, da ora in poi non c’è aspettativa o pretesa ma distanza, disprezzo, rifiuto. Da qui il passo verso la separazione è breve.

Come affrontare la CRISI DI COPPIA

Non è necessario prevenire la crisi della coppia, questa prima o poi inevitabilmente arriva, quello che è necessario fare è imparare a leggere questa crisi come un segnale che il rapporto ha bisogno di crescere. Imparare ad accettare che l’affermazione dell’altro non equivale ad un essere meno amati, o ad un dover rinunciare a noi stessi, ma è una condizione necessaria, come lo è l’imparare a superare il profondo bisogno di approvazione dall’esterno. Riconoscere il nostro partner come altro da noi  e non come genitore,  passare dalla delega all’autonomia,  prendersi in mano la propria vita,  acquisire  una propria consistenza, non è facile perchè  comporta il fare i conti con lo smarrimento e con l’angoscia del vuoto e della solitudine. Ma è il percorso obbligato per vivere appieno un amore maturo e consapevole.

Quali figure sono necessarie per affrontare la CRISI DI COPPIA

Quando arriva la crisi, gradualmente compare  la rabbia, i risentimenti, i silenzi, gli equivoci, le incomprensioni i litigi, è  il segnale che l’amore si sta staticizzando, e sta  lasciando il posto ad insensati irrigidimenti ed assolutizzazioni delle aspettative e pretese di ciascuno dei partners. Quando la coppia non riesce a superare da sola la crisi e l’investimento sull’altro inizia a venir meno,    quando nella narrazione dei due partners emerge l’insofferenza ed i margini di recupero sono ridotti esponenzialmente,  diventa necessaria una figura terza, generalmente uno psicoterapeuta di coppia che aiuti ciascun partner a mettere mano al proprio modo di porsi, a riconoscere che l’amore non è possesso, né esclusività e ad accettare che l’altro abbia diritto a respirare l’ossigeno della propria autonomia, che possa essere se stesso e non una stampella. 

Uno psicoterapeuta con le giuste competenze e professionalità, potrà favorire la costruzione insieme ai membri della coppia, di un nuovo significato dell’amore. 

Quando serve la psicoterapia di coppia

La psicoterapia di coppia serve quando i due partners hanno intenzione di sanare la frattura che si è determinata all’interno della coppia ma sentono di non avere sufficienti strumenti per farlo. La psicoterapia può proporre un cambio di prospettiva,  può aiutare a  partire dall’assunto che per affermare i nostri desideri non si deve passare attraverso l’approvazione dell’altro come se fosse un genitore, ma avere il coraggio di autorizzarsi da soli, e partire da se stessi. Il principio di fondo è che l’amore non si può utilizzare strumentalmente  per alleviare la fatica di autorizzarsi a crescere. Essere se stessi e per se stessi non può dipendere dall’altro né da nessuno. Prendere in mano la propria vita non può essere delegato all’altro. Diventare consistenti significa attraversare l’angoscia della solitudine, del vuoto, della perdita, del tradimento. Crescere, uscire dalle logiche della delega, della passività rispetto al decidere per se stessi, non è un passaggio facile, ma è il prezzo che si paga per diventare adulti e per vivere un amore sano. 

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INFO

QUANTO DURA UNA SEDUTA?

La durata tipica di una seduta è di 60/70 minuti. A seconda delle esigenze, la durata e il numero delle sedute possono variare. 

QUANTO COSTA UNA SEDUTA?

In linea con una politica etica, il costo di una Seduta di Coppia in questo Studio Professionale di Psicoanalisi Relazionale è di:

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Il Dott. DIEGO SEDDA RICEVE

In Studio a Roma

ROMA – Via Sistina 86, 1° Piano

ROMA – Viale Trastevere 227, 6° Piano 

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Prof. Diego Sedda

Psicoterapeuta di coppia presso la S.I.P.R.E.(Società Italiana di Psicoterapia delle Relazioni) di Milano.

Dal settembre 2004 è titolare degli insegnamenti di “Teoria e Tecnica della Psicoterapia Psicoanalitica” presso la Scuola di Specializzazione in Psicosomatica, per medici e psicologi, dell’Ospedale Cristo Re di Roma. In tale ambito esercita anche funzioni di analista supervisore sui casi clinici.

E’ presidente dell’associazione onlus A.I.P.R.E. (Associazione Italiana Psicologia delle Relazioni) attraverso la quale realizza, per il Comune di Roma, in diversi plessi scolastici, e nel comune di Napoli, presso il carcere per i minori di Nisida, diversi progetti in ambito minorile, approfondendo in particolare il fenomeno del Bullismo.

Nel 2013 Scrive e pubblica insieme al prof. Luigi Chiavarone, il libro: “Nel magma bullismo. Adolescenti, famiglia, scuola al tempo del disagio globale”. Edizioni Aracne. Il testo è parte della bibliografia di riferimento formativo per l’esame di politiche sociali alla Università di Milano Bicocca/Laurea Magistrale in Scienze pedagogiche, 2013/14.

Dal 1989 esercita, in ambito privato, presso il Centro Clinico sito a Roma, l’attività clinica di psicoterapeuta con indirizzo psicodinamico. Utilizza altresì tecniche di intervento sul trauma, tecniche di gestione dello stress. Il Prof. Sedda è esperto di EMDR (approccio psicoterapico d’eccellenza, scientificamente comprovato da più di 20 studi randomizzati controllati condotti su pazienti traumatizzati, in tutto il mondo, e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie inclusi la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze).

Il 27 ottobre 1997 riceve la nomina di Consigliere Onorario presso la Corte di Appello di Roma, sezione famiglia, dove, è impegnato in numerosi processi civili e penali, a carico di minori, incarico che ricopre fino al gennaio 2009.

Il 30 settembre 1991 viene nominato Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, dove assolve funzioni di magistrato per i minorenni, fino al 19 gennaio 1993.

Dal gennaio 1985 al 2008, presta ufficialmente la sua opera in qualità di consulente psicologo, attraverso docenze, od interventi mirati con tecniche di rilassamento, tecniche di ipnosi, o di psicoterapia, su atleti di livello nazionale ed internazionale, affetti da ansia, depressione, attacchi di panico, Nikefobia (paura
di vincere), presso la Federazione Italiana di Karate. E’ consulente in numerosi centri sportivi, ove applica tecniche psicologiche, per cimentare i legami di squadra, per motivare gli atleti e per gestire lo stress di gara. 

Nel corso degli anni ha prestato la sua opera in qualità di selettore del personale presso varie società tra le quali, nel 1996, la Bulgari S.p.A. ove ha effettuato selezioni di personale destinato alla sicurezza, per valutarne l’idoneità all’uso delle armi.

Dal 1984 al 1989, esercita funzioni di selezione per aspiranti appartenenti al Corpo della Guardia di Finanza, nei tre diversi ruoli di ufficiale, sottufficiale, militare semplice, o nella selezione per i ruoli specialistici, effettuando centinaia di colloqui e stilando altrettanti profili di personalità, acquisendo una robusta esperienza ed una significativa competenza nel campo della psicodiagnosi in tali ambiti.
Nel 1989, si congeda dal Corpo ed inizia l’attività Libero-Professionale. Partecipa, nel corso degli anni, in qualità di relatore, a numerosi congressi e convegni medico-psicologici. Scrive e pubblica diversi articoli su riviste a diffusione nazionale.

FORMAZIONE ACCADEMICA:

A marzo del 1984 si laurea in Psicologia alla Sapienza Università di Roma, con il massimo dei voti e lode, con una tesi su Carl Whitaker, psicoterapeuta americano di fama mondiale. Durante l’esperienza universitaria partecipa attivamente a vari congressi e seminari.

Nel 1981 si iscrive al C.I.S.S.P.A.T. (Centro Italiano Studio Sviluppo Psicoterapie Autogenes Training) di Padova, dove nel 1986 consegue l’attestato di operatore di psicoterapia autogena e delle principali psicoterapie brevi, divenendo esperto di tecniche di training autogeno e tecniche di ipnosi, avendo effettuato il numero di ore di formazione previsto nei quattro anni di corso.

Dal 1982 al 1985 frequenta il reparto di ostetricia e ginecologia, presso l’ospedale Fatebenefratelli di Roma, dove applica tecniche di training autogeno e di ipnosi per la gestione dell’ansia e per alzare la soglia del dolore.

Dal 1986 al 1991 frequenta i sei anni del corso teorico-pratico di formazione in psicoterapia psicanalitica, presso la Società Italiana di Psicoanalisi della Relazione, conseguendo il diploma di psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico; contemporaneamente partecipa ad esperienze didattiche varie presso lo stesso
Istituto, tra le quali, incontri di intervisione bisettimanale con colleghi di medesima esperienza, su casi clinici.

Dott. DIEGO SEDDA

Indirizzo: VIA SISTINA 86, ROMA 

VIALE TRASTEVERE 227, ROMA

Tel: 335.8206840

Email a: diego13.06@libero.it


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ARTICOLO: Prof. Diego Sedda

La crisi di coppia è inevitabile!

LEGGI TUTTO… La coppia, sia essa eterosessuale od omosessuale, è composta da due persone, ciascuna con le proprie esperienze, le proprie aspettative e le proprie configurazioni. Nella coppia le persone stanno insieme e condividono la dimensione emotiva, sociale e, generalmente sessuale.

La coppia non è composta semplicemente da due partners ma è una entità molto più complessa, al cui interno le dinamiche relazionali non sono sempre comprensibili, come non è facile comprendere perché per un progetto di vita si investe su una certa persona e solo su quella.

Quando qualcosa “scatta” tra due individui, non è solo una alchimia sessuale, ma anche un eliminare i confini e la solitudine. Certamente la coppia svolge una funzione non subito riconoscibile…

Oggi la coppia non è più fondata sui principi religiosi né tantomeno sociali che ne garantivano la stabilità attraverso obblighi e divieti. Essa, oggi, si fonda sul desiderio e sull’investimento affettivo. 

L’inizio di un rapporto di coppia è un momento magico perché caratterizzato, come dice Alberoni,   da “uno stato nascente a due” che ha alla base, sempre, tre assoluti: Totalità, esclusività ed eternità; “lui/lei è tutto mio, solo mio, per sempre”.

In una coppia, nelle fasi iniziali, ciascuno si sente accettato ed amato dall’altro partner totalmente, per come è, si sente investito dell’amore incondizionato dell’altro. E’ un processo di idealizzazione reciproca che proietta entrambi in una dimensione di vita fantastica.

Tuttavia l’idealizzazione gradualmente scompare, le cose lentamente cambiano, col tempo si fa l’abitudine allo stare insieme, ci si comincia a dare per scontati, si riducono le attenzioni ai reciproci bisogni.

Insomma, non si sta più al centro del mondo dell’altro e contemporaneamente, spesso, iniziano ad affiorare le reciproche incomprensioni e talvolta pretese. Col passare del tempo, nasce un paradosso: il vissuto di sentirsi amati ed accettati fa sentire i partners della coppia autorizzati all’affermazione di sé e dei propri bisogni individuali che, quando in uno emergono, non  fanno più sentire l’altro amato ed accettato. 

Gradualmente, l’attenzione all’altro ed ai suoi desideri inizia a ridefinirsi e sul proscenio della relazione iniziano ad emergere le proprie configurazioni psicologiche, il proprio modo di fare e di vedere il mondo, cominciano a comparire desidero ed esigenze non più totalmente in sintonia. L’amore inizia a declinarsi in modo diverso, più articolato e complesso. Lentamente si incorpora l’altro nel proprio disegno di vita: “mi affermo per quello che sono e mi aspetto che tu mi confermi e mi accetti così”. 

L’affermazione di sé e delle proprie configurazioni fanno emergere i primi problemi: “domani sera esco con le mie amiche; questa casa fa schifo, prima ne avevi più cura; ma devo sempre essere io a fare la spesa? Dormi sul divano perché russi troppo; ….no, non  sei più la persona di cui mi sono innamorato, sei diventata isterica, non ti reggo più, ..” 

Inizia così la crisi di coppia: la delusione e lo sconforto prendono il posto dell’entusiasmo e dell’innamoramento. Questo è un momento importante perché da ora in poi l’amore cresce e matura, acquisendo una qualità diversa, meno assoluta,  oppure muore. Platone sosteneva che amore è desiderio e si desidera quello che non si possiede. Quindi, infine, l’amore maturo è definibile con l’accettazione della mancanza, con il riconoscimento che nella coppia non esista il possesso ma l’accettazione della alterità di ognuno.   

L’affermazione di sé non è la conseguenza della crisi di coppia ma ne è la causa. Con l’arrivo della crisi iniziano anche i litigi, finalizzati ad avere il consenso e l’approvazione del proprio modo di vedere e di fare.

Spesso i litigi sono anche violenti e crudeli e non di rado avvengono alla presenza dei figli che, spaventatissimi, assistono inermi.  Quando si litiga si è sempre in due ed il vissuto è sempre di prevaricazione e di violazione del patto implicito iniziale.

Spesso si litiga per affermare la pretesa che l’altro deve comportarsi da genitore che approva e autorizza, altrimenti il dargli “ragione” equivale ad una rinuncia a sé stessi.  

Il litigio nasce dal profondo bisogno di conferma e convalida da parte dell’altro. Nelle precedenti generazioni, alla donna, fin da bambina, veniva insegnato che il suo ruolo era sempre secondario rispetto a quello del maschio, dava quindi per scontato che essere una buona moglie significava sottostare al marito. E questo era proprio quello che veniva preteso dall’uomo. 

Oggi la moglie esiste in quanto donna e si aspetta di essere rispettata nella sua affermazione. Il modello è evoluto.  

Non è facile, per il marito, accettare questo, ma talvolta nemmeno per la moglie è facile proporre l’affermazione di sé stessa. La paura è di perdere l’amore. Spesso sono anche queste le ragioni per le quali si litiga. 

Nel litigio c’è, anche, un inconfessato mettersi alla prova per vedere fino dove si può arrivare a tendere la corda: per affermare i propri desideri si pretende l’approvazione dell’altro che deve perdere temporaneamente la sua qualità di partner per assumere quella del buon genitore che autorizza.

La crisi della coppia è sovente sintetizzabile nella richiesta:” tu mi devi sostenere ed approvare nell’affermazione di me e di miei bisogni”. La necessità di piegare l’altro ai nostri voleri è una assolutizzazione del nostro punto di vista, o per meglio dire, è una pretesa, che deve essere corrisposta anche attraverso la violenza. 

Questa ha sempre delle giustificazioni che al violento appaiono più che ragionevoli, è l’espressione  di un bisogno che pretende sempre soddisfazione, non di rado attraverso l’imposizione.

La violenza riguarda sempre entrambi, ad uno sguardo superficiale il violento è sempre il cattivo, ma se si osserva la coppia con attenzione, si coglie la complementarietà tra i partners con problemi di violenza. Si ha una sorta di escalation simmetrica dove ciascuno alimenta più o meno implicitamente il livello dello scontro.

Con l’arrivo della crisi emergono i silenzi, le arrabbiature, le liti e spesso i tradimenti;  l’altro diventa progressivamente estraneo, diventa indifferente, insignificante e  lontano……

Il tradimento non è solo di uno, esso riguarda entrambi i membri della coppia, uno lo agisce ma l’altro contribuisce a determinarlo. Il tradimento è la manifestazione eclatante del malessere della coppia. Non ha senso vedere chi tradisce come il fedifrago, il colpevole e chi è tradito come la vittima; non ha senso pretendere che chi ha tradito si cosparga il capo di cenere e chieda perdono e chi è stato tradito trovi la forza per perdonare, si rischia di interpretare l’amore come possesso. 

L’amore non è investimento a senso unico, l’amore è reciprocità, è espressione di due investimenti ciascuno dei partners esprime il proprio e quando l’amore si staticizza , nasce la crisi e può accadere che si disinvesta.

L’unica cosa certa è che in una relazione di coppia la crisi è inevitabile.

Molto spesso la soluzione alla crisi od al tradimento è la separazione che può essere violenta, drammatica o amichevole. Può essere incompleta  separandosi fisicamente, solo come spazio,, ma mantenendo rapporti anche conflittuali, o definitiva. 

Quando si arriva alla separazione significa che ci si è arroccati sulle proprie posizioni, che ha luogo una assolutizzazione dei propri bisogni vissuti e imposti all’interno della coppia come indispensabili, prioritari, fondamentali: “ lui non mi fa sentire donna, lei non mi rispetta per quello che sono, sono sempre io che devo prendere l’iniziativa, non è mai disponibile quando voglio fare l’amore, non ha sposato me ma il suo lavoro”.  Questi esempi di crisi, se assolutizzati possono portare alla separazione perché non ci si sente più al centro dell’attenzione, non ci si sente più il punto di riferimento, non ci si sente più capiti ed accettati per quello che si è. In realtà, con il venir meno della risposta ai bisogni iniziali, emerge  la pretesa. Quando c’è la pretesa nessuna risposta è mai abbastanza perché tutte le risposte sono vissute come parziali ed inadeguate. La pretesa è sempre espressione di un devastante vuoto affettivo che nessuno può riempire dall’esterno, tantomeno il partner. Il vuoto affettivo è espressione di un vuoto nato nell’infanzia, ed il partner deve diventare colui che lo riempie. Questo passaggio dai genitori al partner è automatico. L’altro deve quindi esistere in funzione nostra, quando questa funzione inevitabilmente viene meno, non rimane  che la separazione.


La Psicoterapia di Coppia può essere davvero risolutiva per la mia relazione?...

La Psicoterapia di Coppia può proporre il necessario cambio di prospettiva,  può aiutare a  riconoscere che per affermare i nostri desideri non si deve passare attraverso l’approvazione dell’altro come se fosse un genitore, ma avere il coraggio di autorizzarsi da soli, e partire da sé stessi. Il principio di fondo è che l’amore non si può utilizzare strumentalmente per alleviare la fatica di autorizzarsi a crescere ed essere sé stessi. Essere sé stessi e per sé stessi, prendere in mano la propria vita non può dipendere da nessuno, non può essere delegato all’altro. Diventare consistenti significa attraversare l’angoscia della solitudine, del vuoto, superare la paura della perdita, del tradimento. Crescere, uscire dalle logiche della delega, della passività rispetto al decidere per sé stessi, non è un passaggio facile, ma è il prezzo che si paga per ottenere relazioni adulte e per vivere un amore sano.

VIDEO: Prof. DIEGO SEDDA

– Congresso IBD Asse Cervello-Intestino: Il ruolo della Psicologia nell’insorgenza e gestione della IBD / Video Integrale

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